La morte come occasione per rendere eterno il ricordo delle azioni compiute in vita. Questo il senso delle numerose iscrizioni funerarie che ripercorrono le tappe del cursus honorum, la carriera politica dei cittadini romani. Esse potevano essere incise su piccoli cippi o su monumenti più elaborati quali le stele con il ritratto del defunto o addirittura su edifici sepolcrali decorati con statue, come quella rappresentante un cittadino vestito con la toga. I cimiteri erano posti, per ragioni religiose e sanitarie, al di fuori della città, lungo le vie di accesso; i più grandi finora rinvenuti si trovano, infatti, a nord, nell’attuale quartiere di Campo Parignano e a ovest, fuori dalla Porta Gemina o Romana.

Gi usi funerari prevedevano, a seconda del periodo storico, l’inumazione o l’incinerazione. A questo ultimo rito funerario, destinati ad accogliere le ceneri del defunto, appartengono i due cinerari esposti dall’elegante fattura.