Alla guerra sociale (91-89 a.C.) segue un lungo silenzio delle fonti; quasi nulla sappiamo di ciò che accade ad Ascoli tra l’inizio e la metà del I secolo a.C. La guerra ha lasciato macerie e desolazione, come racconta la piccola iscrizione della Fortuna Respiciens, la Fortuna che si volta indietro per prestare soccorso. Ascoli era però già avviata a diventare città; lo testimoniano le fasi più antiche di Porta Romana (l’accesso da ovest) e pochi altri resti archeologici sparsi in città, oltre al racconto sull’esistenza di una grande biblioteca.
Gli oggetti di uso quotidiano provenienti dal Tirreno, le ceramiche a vernice nera e le lucerne realizzate al tornio, diventano sempre più frequenti a testimonianza della diffusione della nuova cultura romana che ha il suo apice artistico, in questo periodo, nell’esecuzione di ritratti realistici e fortemente espressivi.